Il sito archeologico dell’antica Gortina si trova nel territorio del comune di Hagii Deka, nella parte meridionale dell’isola di Creta, ai piedi delle alture che delimitano sul versante nord la fertile pianura della Messarà.
La città antica sorgeva dunque non lontano dal Monte Ida, nelle cui grotte, secondo il mito, trovò rifugio il piccolo Zeus.
Anche il nome della città, che è citata sia nell’Iliade che nell’Odissea, potrebbe essere in qualche modo legato alla massima divinità greca, giacché, secondo la leggenda, deriverebbe da quello di un mitico eroe eponimo, Gortys, discendente dalla progenie nata dall’unione di Zeus con Europa.
Fiorita soprattutto in età ellenistica, romana e bizantina, Gortina fu, per oltre un millennio (tra il IV secolo a.C. e il VII secolo d.C.) la più importante città cretese e una delle ‘capitali’ del Mediterraneo antico e tardoantico.
Ricchissimo di testimonianze archeologiche di straordinario valore e particolarmente ben conservate, il sito costituisce dunque una preziosa guida per leggere, attraverso l’indagine stratigrafica nel terreno, la nascita, la vita, la trasformazione e la morte di una grande città antica
Il sito di Gortina costituisce inoltre uno degli scenari storici dell’archeologia italiana nel Mediterraneo. Già nel XV secolo il viaggiatore fiorentino Cristoforo Buondelmonti ne descriveva ammirato le rovine, le migliaia di colonne crollate, le centinaia di statue abbattute e la fitta rete degli acquedotti.
Quasi cinque secoli dopo, alla fine del XIX secolo, con i primi scavi condotti da Federico Halbherr, Gortina divenne uno dei siti principali di attività della nascente Missione archeologica italiana a Creta, progenitrice della Scuola Archeologica Italiana di Atene.
Da allora, la ricerca non si è mai arrestata: anno dopo anno, il sito di Gortina ha continuato a raccontare le sue storie alle generazioni di archeologi che si sono succeduti nel lavoro sul campo, con prospettive di ricerca diverse e con metodi sempre più innovativi.