Con il nome convenzionale di ‘quartiere bizantino’ viene indicata una larga fascia di terreno compresa tra il tempio di Apollo Pizio, a ovest, e il complesso del c.d. Pretorio, a est.
La definizione di ‘quartiere bizantino’ deriva dal fatto che in quest’area – di cui rimane ignota la topografia nelle fasi di sviluppo della città in età greco-romana – in epoca tardoantica e bizantina si sviluppò un quartiere di case, botteghe e laboratori, i cui resti sono stati parzialmente riportati alla luce nei pressi del complesso del Pretorio.
L’indagine archeologico-stratigrafica nell’area del quartiere bizantino promette di fornire dati nuovi nei seguenti ambiti:
- organizzazione degli spazi della città in età greco-romana e loro trasformazione in età bizantina;
- conoscenza estensiva di un campione significativo dell’abitato in età tardoantica e bizantina, con particolare riferimento alla distribuzione ed uso degli spazi, alla consistenza delle infrastrutture funzionali (strade, acquedotti ecc.) e alla loro evoluzione nelle fasi più tarde (VII-VIII secolo);
- studio della cultura materiale di una popolazione urbana in età protobizantina, con particolare riferimento agli aspetti legati alle tecniche edilizie e alla produzione, distribuzione e consumo delle merci, in ambito locale e a scala mediterranea.
Sulla base di queste considerazioni, l’indagine archeologica nell’area del ‘quartiere bizantino’ è stata inserita da parte della Direzione della Scuola Archeologica Italiana di Atene tra gli obiettivi prioritari nei programmi di sviluppo della ricerca sul sito di Gortina e, nel corso del 2001, è stata attivata una convenzione di collaborazione scientifica con il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena.